ARNALDO FORNASINI

22/03/2024

ARNALDO FORNASINI è nato nel 1932 alla Collina di Savignano e ricorda bene il passaggio del fronte:

"Era una mattina di ottobre del 1944 e mentre noi bambini giocavamo nel cortile davanti casa, vidi una testa spuntare da dietro il muretto del letamaio. Quando si alzò in piedi ci spaventammo molto perchè non avevamo mai visto un nero prima! Era alto 1,80m e aveva dei capelli lunghissimi legati con la coda che gli scendevano fino a metà schiena."

Infatti i primi ad arrivare alla Collina furono gli Indiani di una pattuglia in forza alla 6a Divisione Corazzata Sudafricana.

"Il giorno dopo arrivarono sia i soldati brasiliani, che si sistemarono in casa nostra, sia i soldati americani che occuparono la casa dei vicini. Entrambi avevano la loro cucina, ma noi con i brasiliani abbiamo fatto "festa" perchè ci davano sempre tantissime cose buone da mangiare che non avevamo mai assaggiato nella nostra vita. I soldati sudamericani piazzarono delle lunghe tavolate nel nostro cortile e mangiavano all'ombra di un grande pero, mentre gli americani posizionarono una batteria di cannoni da 105mm nei campi di fronte alla nostra abitazione"

Il fronte si fermò per sei mesi e i soldati condivisero le loro giornate con i civili.

"Noi bambini non potevamo girare molto, ma ogni tanto ci concedevamo qualche scappatella per vedere i bombardamenti contro il ponte di Riola o la mitragliera inglese piazzata sul crinale. Gli inglesi erano "ignoranti anche se erano grandi" perchè ci accoglievano con calci nel sedere e offese, per poi farci assistere a qualche scarica di mitraglia. Un giorno ci fecero osservare con il binocolo una signora che stava stendendo il bucato alla finestra di una casa di Castelnuovo di Vergato. Poi un ufficiale diede l'ordine e partì una scarica prolungata finchè non distrusse gli scuri. Povera....chissà se ha mai più steso il bucato in vita sua! Finita la guerra andai a raccogliere una scatola di munizioni lasciata dove era posizionata quella mitragliera e diventò la mia cartella quando tornai a scuola."

Arnaldo, tende a sottolineare che la guerra vera a Savignano fortunatamente non arrivò mai, anche se un fatto gravissimo colpì la sua famiglia:

"I tedeschi rimasero in casa nostra per due mesi, perchè piazzarono due batterie di cannoni nei campi. Io non li sentii mai sparare un colpo perchè ormai non avevano più nulla e ci trattarono sempre bene, condividendo quel poco che avevano da mangiare. Mio padre e mio zio, lavoravano per loro e li aiutavano a costruire postazioni a Pian di Casale, ma tutto cambiò quando una mattina al posto dei soldati trovarono le SS. Non so, forse erano drogati e ubriachi, che li fecero marciare tutto il giorno quando alla sera li fucilarono in località Boschi insieme ad altre 7 persone."

Dopo la guerra Arnaldo si è iscritto al corso serale per elettricisti delle scuole Aldini di Bologna e svolgendo quel mestiere per tutta la vita fino alla pensione. Abbiamo raccolto la sua testimonianza orale il 22 marzo 2024 e ne abbiamo trascritto le esatte parole.

(Nelle foto il Signor Arnaldo e la casa dove è nato e vissuto il passaggio del fronte a Savignano)

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