VITTORIO "LILLI" RAPEZZI

09/05/2024

Vittorio "Lilli" Rapezzi è nato nel 1934 a Marano di Gaggio Montano e con l'avvicinarsi del fronte nel 1944 la famiglia decise di trasferirsi temporaneamente a Rocca Pitigliana, pensando di essere al sicuro dai bombardamenti. 

"A Rocca Pitigliana erano sfollate diverse famiglie e si viveva insieme nelle case del paese ancora occupato dai tedeschi. Un giorno ci fu uno scontro con i partigiani e finita la sparatoria andai a vedere incuriosito l'esito della battaglia; sul prato vicino al Rio Marano giaceva il corpo di un giovane ragazzo italiano caduto durante la sparatoria."

Ricorda anche che poco prima di andarsene da Rocca, cadde un aereo alleato molto vicino alla sua casa:

"Una mattina sentivamo nel cielo il rombo dei motori di alcuni aerei che si stavano dando battaglia sopra Rocca, quando uno di questi fu mitragliato molte volte e si incendiò cadendo con un rumore assordante nei pressi del ponte sul Rio Marano; subito diverse persone accorsero sul luogo di impatto per aiutare i malcapitati piloti, ma purtroppo le fiamme non facevano avvicinare nessuno. Ricordo bene che dal calore sprigionato dalle fiamme, le canne delle mitragliatrici si erano piegate su se stesse!"

Rocca Pitigliana rimase terra di nessuno fino al marzo del 1945 quando venne liberata dagli uomini della 10a Divisione da Montagna americana in una delle fasi dell'operazione Encore; nel mentre Lilli rimase a Rocca fino a quando un suo fratello, che viveva con il prete nella canonica della chiesa di Marano già liberata, lo fece andare a prendere da alcuni soldati brasiliani:

"Un giorno ero nell'aia di casa a passarmi il tempo quando sulla strada spuntarono quattro soldati di colore; rimasero un po' nascosti perchè essendo nella terra di nessuno c'era il rischio di incontrare pattuglie tedesche. Mi facevano segno di avvicinarmi, ma io avevo paura perchè giravano tante voci su quello che avevano fatto in bassa Italia e che stavano facendo nella zona di Grizzana i soldati di colore (N.B.: fatti che non riguardano soldati brasiliani). Al mio tentennare, mi vennero a prendere direttamente e io non capivo cosa dicevano e avevo una gran paura di dove mi stessero portando. Fu un sollievo quando capii di essere portato a Marano e felicissimo di andare a stare con mio fratello."

A Marano, dove si avvicendarono prima soldati brasiliani e poi americani, Lilli visse quei mesi "da monello" con la spensieratezza dell'età:

"Ci trovammo in compagnia sia di soldati americani che brasiliani; nel campo di fronte alla canonica erano piazzati 3 cannoni  brasiliani da 105mm e noi aiutavamo a portare via i bossoli o a fare altre faccende in cambio di cioccolate e quelle che per noi erano altre squisite prelibatezze. Mi ricordo che gli americani avevano le galline congelate, pronte per essere cotte e buttavano via le teste; io le raccoglievo tutte e le portavo a casa per farci un buon brodo e per fortuna non ho mai patito la fame. Ogni 15 giorni gli americani si scambiavano con un altro reparto a riposo a Firenze e quando tornavano avevano ogni ben di Dio, che condividevano con noi e addirittura quando partivano andavamo nelle loro buche a raccogliere tutta l'abbondanza rimasta. Un giorno eravamo insieme agli artiglieri brasiliani e per passarci il tempo iniziammo a raccogliere la polvere esplosiva dai bossoli e a far scoppiare cartucce traccianti per mitragliatrici per vedere dove arrivavano oltre il fiume Reno. Dopo una buona mezz'ora passata a sparare questi "petardi", arrivò una camionetta piena di soldati americani imbestialiti...erano accampati al di là del Reno e li avevamo spaventati a tal punto che ci volevano picchiare tutti, artiglieri brasiliani compresi! Ricordo bene che gli americani bruciavano questi bidoni con una sostanza oleosa molto puzzolente, che però faceva un gran fumo ed impediva la visuale tedesca su Marano; un giorno non sapendo cosa fare, andammo in un campo dove c'erano diversi di questi bidoni e provammo ad accenderne uno con un fiammifero...fu un disastro! Presero fuoco tutti e posso dire che quel giorno fu il giorno più nebbioso e puzzolente della mia vita!"

Vittorio rimase a Marano anche dopo la liberazione quando iniziarono a girare i primi "furbi" che ci avevano visto lungo sul valore dei reperti bellici:

"Iniziarono a girare casa per casa soggetti che dicevano che i carabinieri sarebbero passati a sequestrare tutto il materiale bellico rimasto e incarcerare chi lo aveva, ma questo lo dicevano perchè ci avevano visto lungo e volevano rivenderlo e guadagnarci loro. Il prete di Marano si era fatto portare qualcosa come 300 bossoli di cannone dai brasiliani, che arrivano con due camion, per rifare le campane della chiesa. Di questi, qualcuno lo diede a questi soggetti per non avere ripercussioni, mentre gli altri li nascondemmo in cantina....nel 1946 li abbiamo rivenduti a 2500 Lire l'uno (quasi 100€ attuali).

Lilli vive ancora tutt'ora a Marano ed è sempre un piacere vederlo e scambiarci due chiacchere al bar; ci teniamo a ringraziarlo MOLTO per averci raccontato la sua storia durante il passaggio del fronte tra il 1944 e 1945 e che ora con queste poche è a disposizione di tutti.

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